Un’analisi del Joint Research Center europeo (JRC) esamina le proiezioni della forza lavoro dell’UE tra il 2021 e il 2070 e considera tre aspetti chiave: la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, l’allineamento delle competenze alla domanda del mercato del lavoro e le diverse ipotesi relative alla migrazione.
La graduale diminuzione della natalità in Europa ha avuto un effetto sulla diminuzione forza lavoro dell’UE: se i tassi di partecipazione per ciascun gruppo di età e sesso restassero costanti al livello medio osservato tra il 2011 e il 2022, la forza lavoro si ridurrebbe del 20,2% entro il 2070. Ciò equivale a circa 42,8 milioni di persone in meno nella forza lavoro.
Gli scienziati del JRC ampliano questo quadro statico adottando una prospettiva dinamica e orientata al futuro, combinando i tassi di partecipazione al lavoro con le proiezioni demografiche per il periodo 2021-2070. L’analisi rivela un grande potenziale nell’attivazione della forza lavoro di diversi sottogruppi della popolazione.
Rispetto allo scenario statico, l’emancipazione femminile e una maggiore partecipazione delle donne – con un progressivo avvicinamento ai livelli degli uomini – al mercato del lavoro dell’UE ridurrebbero quasi della metà gli effetti dell’invecchiamento demografico. Di conseguenza, la forza lavoro diminuirebbe in misura minore, pari all’11% (23,2 milioni di persone) entro il 2070. In modo analogo, grazie alla crescita dell’istruzione, la forza lavoro si ridurrebbe del 15,6% (33,2 milioni di persone).
I risultati suggeriscono che, se tutti i Paesi dell’UE riuscissero ad aumentare la partecipazione alla forza lavoro di tutti i gruppi socio-demografici fino ai livelli osservati in Svezia, il calo della forza lavoro legato all’invecchiamento potrebbe essere significativamente attenuato.
L’articolo sullo studio qui (in inglese)
Immagine di copertina, proprietà JRC