Educare alla partecipazione

Riportiamo l’articolo pubblicato sul sito del progetto Rotary per la sostenibilità di cui Scuola di Robotica è partner

 

Il primo articolo della L. n. 92/20 agosto 2019, con la quale si introduce l’insegnamento scolastico della Educazione Civica, ne individua l’obiettivo nella formazione di cittadini “responsabili e attivi” e nella promozione della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”.

È sufficiente conoscere le norme fondamentali che regolano la vita civile per essere cittadini responsabili e attivi in grado di essere protagonisti della vita sociale e politica? Per essere cittadini attivi, in grado di formulare un proprio giudizio, assumere una posizione e sostenerla con argomentazioni pertinenti, è necessario, oltre alla conoscenza delle norme, avere buona cognizione dei temi in discussione.

A proposito della “partecipazione” ricordo un episodio accadutomi quando insegnavo in un liceo milanese. Era il 12 dicembre del 1973, gli studenti si preparavano ad andare in manifestazione e io chiesi loro perché stessero manifestando, la risposta fu ”è la festa di piazza Fontana”. Erano passati solo quattro anni dall’attentato terroristico presso la Banca dell’Agricoltura a Milano in Piazza Fontana, che causò 17 morti e 88 feriti. Gli studenti stavano partecipando, ma non sapevano a cosa e perché.

Per sviluppare un proprio pensiero e di conseguenza comportarsi in modo consapevole sono importanti la conoscenza storica, per meglio comprendere il presente e proiettarsi verso il futuro, la conoscenza del contesto sociale nel quale si vive e la conoscenza delle Istituzioni che regolano i rapporti civili, sociali ed economici. Occorre far capire ai giovani che realizzare i propri desideri e concretizzare le proprie aspettative deve avvenire nel rispetto dell’altro e dei valori universali. Non si possono rivendicare diritti senza assumersi anche dei doveri.

I giovani devono imparare a gestire la complessità del mondo in cui viviamo, capire e governare i cambiamenti, le trasformazioni e le sfide che dobbiamo e dovremo affrontare, sviluppando la curiosità e l’amore per il sapere e l’apprendimento continuo, verso un futuro contraddistinto dall’innovazione tecnologica in molti campi, fra i quali l’intelligenza artificiale, la robotica e la biotecnologia.

Per consentire di sviluppare conoscenze e competenze, è necessario costruire ambienti di apprendimento che consentano di fare ricerca, indagare, risolvere problemi, discutere e collaborare con altri. Per comprendere un brano o un testo, serve più il bagaglio di conoscenze che la cosiddetta “abilità di lettura”. Occorre, quindi, puntare su un curricolo ricco di storia, scienza e arte che fornisca la “cassetta degli attrezzi” per essere protagonisti attivi della vita sociale e culturale.

A questo punto sorge spontanea una domanda: come stanno influendo i nuovi media nelle modalità di partecipazione alla vita pubblica? Oggi la possibilità di informarsi, discutere e agire collettivamente attraverso i social media aumenta o diminuisce le possibilità di partecipazione?

Lo sviluppo della politica è andato di pari passo con quello della società, assorbendone i punti di forza e quelli di debolezza. L’iperconnessione, l’informazione istantanea, la disinformazione e le cosiddette “fake news” non aiutano certamente i giovani a formarsi una propria opinione sulla base di ragionamenti e della verifica di contenuti e fatti. Molto spesso la loro opinione si forma sulla base di chi la promuove o propone.

La scuola è il luogo privilegiato dove far maturare attitudini personali e skill trasversali che consentano di prendere decisioni, iniziative, strutturare risposte, gestire emozioni, osservando con un punto di vista curioso, critico e anche con occhi diversi la quotidianità per comprendere meglio il contesto nel quale si vive.

Occorre valorizzare lo studio delle diverse discipline facendo cogliere i contenuti e la metodologia che ciascuna di esse implica; da una parte la precisione del metodo scientifico, dall’altra il ragionamento e la riflessione propri della filosofia, la creatività e l’innovazione proprie dell’arte.

Consideriamo la classe non come contenitore ma come sistema nel quale valorizzare ogni componente, aperti a ciò che bambine e bambini, ragazze e ragazzi vogliono apprendere, dando loro fiducia e non sottovalutando le loro capacità, facendo in modo che rivelino la loro intelligenza sistemica (relazione, controllo, leadership, autostima, libertà).

Oggi c’è necessità di formare ad un pensiero autonomo, di far riconoscere la legittimità dei punti di vista diversi, di far rispettare e imparare gli uni dagli altri, di superare la rigidità dei programmi e la separazione delle materie, di promuovere un apprendimento basato sull’esperienza, sulla cooperazione e sul confronto..

Il digitale può essere di grande aiuto. Su Internet sono disponibili contenuti di qualità ai quali gli studenti, correttamente indirizzati, possono accedere individualmente o in gruppo, per poi dedicare l’attività in classe a relazionare quanto appreso, a far emergere i diversi punti di vista, a confrontarsi, a discutere, per costruire il proprio pensiero ed essere quindi in grado di sostenere un confronto anche con chi ha una diversa opinione.

Gli insegnanti dovrebbero essere dei talent scout, capaci di tirare fuori il talento anche dall’ultimo della classe. Prof Paolo Crepet.

 

Mirella Adamo

 

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