Il robot RoyDyMan dirige l’orchestra del Festival di Ravello 2019

Il robot RoyDyMan dirige l'orchestra del Festival di Ravello 2019

Un interessante esperimento di interazione uomo – robot. Apprendimento guidato del robot RoDyMan che dirige un’orchestra a Ravello Festival 2019.

 

“Lezione zero di Controlli dei robot: che cosa significa controllare un robot in modalità interattiva e non in modalità autonoma”. Bruno Siciliano a Ravello, 23 luglio 2019

IL ROBOT RODYMAN DIRIGE L’ORCHESTRA DEL RAVELLO FESTIVAL 2019

I PROTAGONISTI:

  • RoDyMan, acronimo di Robotic Dynamic Manipulation, è un progetto di ricerca finanziato dall’European Research Council al Consorzio CREATE e condotto presso il PRISMA Lab del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione dell’Università di Napoli Federico II;
  • RoDyMan, il robot
  • il Professore Bruno Siciliano dell’Università di Napoli Federico II e coordinatore del progetto RoDyMan e del PRISMA Lab;
  • l’Ensemble Strumentale del Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno diretta dal Direttore Massimiliano Carlini;
  • Ravello, l’evento “Burattino senza fili — Automi, Robot, Intelligenze artificiali: la nuova travolgente rivoluzione industriale”.

L’EVENTO

Il 23 luglio 2019 il robot Rodyman ha diretto l’Orchestra Ravello Festival 2019  per l’evento tra scienza, musica e spettacolo “Burattino senza fili”: Automi, Robot, Intelligenze artificiali. All’evento hanno partecipano il professor Bruno Siciliano, che ha descritto la sperimentazione; l’Ensemble Strumentale del Conservatorio “G. Martucci” di Salerno e il maestro Massimiliano Carlini.

Né i movimenti del robot né le traiettorie della bacchetta sono stati programmati al computer. “Stavolta no – afferma il professore Siciliano. Convinti che non basti una macchina a dirigere un’orchestra, in modo freddo e sempre allo stesso modo, abbiamo personalizzato i movimenti del nostro umanoide”. Il maestro Carlini ha collaborato all’impresa: per alcuni giorni  si è recato al Prisma Lab e, con sensori ai polsi e alla testa, ha “diretto” una immaginaria orchestra.

“Abbiamo fatto indossare [al maestro Carlini] un giubbotto sensorizzato – spiega Bruno Siciliano – e sensori ai polsi e alla testa. Poi il maestro ha finto di dirigere il suo ensemble, su musiche di Bach. Con un nostro software abbiamo acquisito tutti i dati del suo movimento e un manichino virtuale, sullo schermo di un computer, li ha replicati. Poi i movimenti sono stati passati al robot che li ha “appresi” e ora è in grado di replicarli”.

Al PRISMA Lab hanno poi attuato varie correzioni, perché nonostante la cinematica di RoDyMan  che, con spalle, gomiti, e polsi, risulta molto simile a quella degli umani,  il movimento della struttura meccanica andava comunque adattato ai gesti del direttore.

Nelle immagini: alcuni momenti della sperimentazione.

I link: il backstage e la performance a Ravello:

IL PROGETTO RODYMAN (dal sito dlel’UNINA  https://www.unina.it/-/12508126-dalla-pizza-alla-cura-delluomo-le-abilita-di-rodyman-) L’obiettivo è lo sviluppo di un robot di servizio capace di manipolare con destrezza oggetti elastici e morbidi che cambiano di continuo densità e forma. Se ne prevede l’impiego non solo in campo manifatturiero ma anche nell’assistenza alla persona, in campo medico-chirurgico, e in altre attività che comportino l’uso delle mani. Dato che per preparare una pizza serve una straordinaria destrezza manuale si è pensato di realizzare un robot in grado di replicare i movimenti del pizzaiolo. È un tributo a Napoli, città all’avanguardia nella tecnologia robotica e nell’automazione, ma soprattutto nella cultura e nella gastronomia, di cui la pizza è simbolo e tradizione. La realizzazione di un robot capace di manipolare oggetti come un essere umano è tra le sfide più attese e difficili della robotica. Si tratta di replicare in una macchina abilità che sono frutto dell’evoluzione biologica e culturale dell’uomo. L’impresa è difficilissima, soprattutto per due ordini di problemi. Primo: non conosciamo del tutto la natura umana, condizione indispensabile per poterne replicare le funzioni in una macchina. Secondo: ci sono limiti tecnici alla realizzazione di un robot bio-ispirato, non ultimi quelli relativi alla necessità di renderlo conviviale ed esteticamente apprezzabile. Le ricadute del progetto sono innumerevoli. Ovviamente l’intento non è certo quello di sostituire il pizzaiolo. A proposito della manipolazione non prensile, possiamo rintracciare un’analogia tra i movimenti dell’impastare e l’operare, per esempio, su tessuti e muscoli. Da poco è stato inaugurato il Centro Interdipartimentale di ricerca ICAROS ove si studieranno nuove frontiere di chirurgia robotica e le conoscenze acquisite tramite RoDyMan saranno pian piano lì trasferite. Altre applicazioni si avranno sia in ambito industriale sia nello sviluppo di arti inferiori per i robot poiché, da un punto di vista teorico, la manipolazione non prensile ha molto in comune con l’atto del camminare. I costi del progetto sono stati in gran parte utilizzati per reclutare studiosi italiani e stranieri presso il PRISMA Lab. In un periodo dove si parla molto di fuga di cervelli, il progetto RoDyMan ha consentito a molti studiosi italiani, e in particolare napoletani, di restare nel proprio paese per migliorare le proprie competenze. Molti studenti d’ingegneria possono ora misurarsi con un livello di tecnologia prima presente solo all’estero. RoDyMan è riuscito inoltre ad attrarre validi ricercatori da tutto il mondo: il team del PRISMA Lab vanta ricercatori provenienti dalla Francia, dalla Turchia, dal Giappone, dall’Argentina, dal Messico. Con la fine del progetto, a maggio 2019, siamo convinti che RoDyMan aprirà nuove frontiere per scenari e ricerche ancora più interessanti dal punto di vista sociale e umano. Sul canale YouTube del PRISMA Lab sono visibili diversi video dei risultati di ricerca e dell’ampia copertura mediatica di RoDyMan e degli altri progetti condotti dal team del prof. Siciliano.

 

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