Economia Circolare

Riportiamo l’articolo, pubblicato sul sito del progetto Rotary per la sostenibilità di cui Scuola di Robotica è partner,  per presentare “Economia circolare”,  terza lezione del corso di Formazione “Educare alla Sostenibilità“.

Il webinar sull’economia circolare si sviluppa come una conversazione con il Prof. Davide Reina, docente alla SDA Bocconi.

L’economia circolare assume un ruolo importante per lo sviluppo sostenibile. Si differenzia dall’economia lineare, nella quale si estrae la materia prima, la si processa per realizzare prodotti che vengono distribuiti, venduti e, al termine del loro ciclo di vita, distrutti. L’economia circolare si basa sulla riprogettazione dei prodotti, per renderne le varie componenti, a conclusione del ciclo di vita, facilmente disassemblabili e riutilizzabili per nuovi prodotti.

Davide Reina riprende due definizioni che possono efficacemente identificare la differenza fra l’economia lineare, rappresentabile dal motto “dalla culla alla tomba” e la economia circolare, rappresentabile con il motto “dalla culla alla culla”.

Un esempio della necessità di dar luogo a questo processo di riprogettazione riguarda il caso dell’automobile, per la realizzazione della quale vengono utilizzati un chilogrammo di cavi di rame, qualche grammo di platino, acciai, plastiche, pneumatici. Quando l’automobile viene dismessa viene portata dallo sfasciacarrozze, fatta fondere e se ne ricava una lega di bassissimo livello da utilizzare per costruire le panchine nei parchi.

Anche le plastiche utilizzate nella costruzione dell’auto ma anche in altri ambiti possono essere riutilizzate. In sè le plastiche non rappresentano il male e costituiscono solo il 10% dei rifiuti. Un aeroplano Boeing contiene il 50% di plastiche, un’automobile un 30%. Per costruire un aereo o una auto la plastica non viene impiegata per una riduzione di costi. Il suo impiego può portare ad riduzione anche del 20-25% del suo peso. Questa riduzione del peso consente una diminuzione del 10% della CO2. È possibile sostituire i sacchetti di plastica con sacchetti di carta, che per essere prodotti comportano però una maggiore emissione di CO2 rispetto alla plastica, senza contare il fatto che le carte inchiostrate non sono atossiche.

L’economia lineare non è sostenibile. Oggi, affinché il 25-30% della popolazione mondiale possa avere un tenore di vita sostenibile viene consumato l’80% delle materie prime disponibili. Quando si svilupperanno in modo significativo i ceti medi delle popolazioni dei paesi dell’Estremo Oriente, dell’India, dell’Indonesia e di una parte dell’Africa, le materie prime non saranno più sufficienti con un modello di economia lineare.

Anche le batterie al litio sono riciclabili. Quando risultassero stressate o stanche, per le numerose sollecitazioni alle quali sono sottoposte per le numerose accelerazioni all’interno di un’auto, possono essere riutilizzate per lo stoccaggio di energia in abbinamento e in sinergia con gli impianti fotovoltaici, ad esempio posizionandole nella cantina di un edificio con i pannelli solari sul tetto.

La filiera circolare costa meno e l’economia circolare genererà importanti benefici anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale. Secondo Davide Reina, occorre avviare un processo di alfabetizzazione ambientale basando l’analisi di un prodotto su quattro aspetti:

  • la quantità di CO2 che produce
  • la quantità di materiale riciclato con cui è fabbricato
  • l’acqua utilizzata per essere realizzato
  • la capacità di non fare del male agli esseri viventi, di non emettere sostanze tossiche.

Bisogna prendere esempio dalla natura, che opera in base a principi di ridondanza e di loop di retroazione. Il corpo umano ne dà testimonianza nel presidiare funzioni vitali: abbiamo due occhi, due reni, un fegato sovradimensionato. In un sistema, come in una azienda, va cercato il punto di ottimo. Non è importante la dimensione, bensì la organizzazione della sua struttura.

Stimolato dalle domande postegli da Emanuele Micheli e Mirella AdamoDavide Reina esprime il suo sogno che l’alfabetizzazione ambientale inizio sino dai primi anni di scuola in modo che le ragazze e i ragazzi alle scuole superiori siano in grado di elaborare un pensiero sistemico.

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